sabato 23 maggio 2015

Sante

Poche settimane fa avevo scritto che quella linea non la volevo più varcare ... E invece ecco che questa mattina l'ho varcata nuovamente ... Perché questa mattina ci siamo stretti vicino a un caro amico, che improvvisamente ha preso uno di quegli schiaffi che lasciano il segno, quelli a mano aperta che ti lasciano la guancia gonfia ... 
Questa mattina un gruppo di amici di vecchissima data, si è stretto vicino a lui per salutare il suo babbo, il mitico Sante.
Sante era colui che ha fatto parte delle nostre primissime scorribande in discoteca.
Sante era colui che faceva sempre trovare in casa le super confezioni di liquirizia e le Brooklin bianche.
Sante era colui che aveva sempre un sorriso e una battuta per tutti noi.
Sante era colui che ogni tanto tirava anche una ciabatta dietro a suo figlio.
Sante era colui che anche le questioni più spinose le metteva sulla battuta.
Sante era colui che pigliava per i fondelli i figli quando rompevano le scatole.
Sante era colui con la casa sempre piena di amici del figlio.
Sante era colui che quando ci portava a ballare, leggeva il giornale con la "luce di cortesia" accesa, ci aspettava in macchina, dormiva con l'orologio quadrato sul cruscotto e quando noi tornavamo dalla discoteca, lo trovavamo dormire con la bocca aperta e noi lo svegliavamo perché ci riportasse a casa.
Si potrebbe stare ore a scrivere qui chi era Sante ... Ma non spetta a me farlo, di certo però posso dire che era un brav'uomo, che mi ha vista crescere in un periodo un po' difficile della mia vita .... E che oggi non mi sarei mai aspettata di doverlo salutare, in lacrime, per l'ultimissimo viaggio di questa sua vita.
Ciao Sante, ti porterò sempre nel cuore.

lunedì 11 maggio 2015

Pepito

Qualche mese fa, a casa dei miei suoceri sono arrivati due gattini, Nea, una micina nera, e Pepito, un micino rosso. Il nome Nea altro non è che la storpiatura di "Nera", mentre Pepito è stato chiamato così in onore ad una canzone molto famosa in casa nostra. Adele passa infatti dei quarti d'ora cantando a squarciagola "Oh Pepito Pepito di Maiorca ..." Quindi, perché non chiamare così il nuovo arrivato?
Poi Pepito è diventato Pepino o Peppi, comunque Pepito è sempre stato! Le varianti del nome non hanno variato il suo carattere, un gattino super agile, un arrampicatore, un saltatore folle, l'unico gatto che io abbia mai avuto, che salta sulla maniglia della porta e la apre ... Un terremotino.
I bimbi sono sempre andati matti per Pepito e Nea, sono fermamente convinta che far crescere i bambini assieme agli animali sia una terapia senza precedenti! Li vedono arrivare cuccioli e poi crescere, anche dando loro da mangiare. Li accompagnano dal veterinario e vanno coi nonni a comprare i croccantini. Insomma, crescono assieme.
Poi un giorno capita un incidente di percorso, un incidente che speri si risolva nel migliore dei modi. In un giorno festivo, dove la casa è vuota, un gattino vivace decide di arrampicarsi su una finestra, che è stata lasciata aperta a vasistas. E succede che il gattino vivace, di nome Pepito, scivoli giù, rimanendo incastrato nell'apertura a "V". Una trappola vera e propria, più il gatto cerca di liberarsi, più si incastra ...
Non sappiamo quanto Peppi sia rimasto incastrato in quel sabato pomeriggio, subito sembrava si stesse riprendendo ma dopo una settimana ci è stato detto che un legnetto che aveva strappato a morsi dalla cornice della finestra, avesse perforato molti organi interni ....
Dopo una lenta agonia, oggi alle ore 13,30 Pepito ci ha lasciati, dopo pochi mesi di permanenza nella nostra casa. 
Giustamente ai bimbi è stato fatto vedere il povero corpicino finito di Peppi ... Adele ancora piccola non ha reagito, probabilmente non ha capito. Gabriele, dal canto suo, l'ha osservato e ha iniziato a piangere, vegliando il piccolo corpo di uno dei suoi gattini preferiti. 
Non è stata una giornata piacevole, e questa sera quando ne ho parlato con Adele, alla domanda "Mamma ma perché Pepito è in cielo e non possiamo più vederlo?", la mia risposta è stata "Amore, perché quello è un viaggio di sola andata".

"Oh Pepito, Pepito di Maiorca,
 Aprimi la porta, Aprimi la porta
 Oh Pepito, Pepito di Maiorca,
 Aprimi la porta e dai un bacio a chi vuoi tu!"

R.I.P. Pepito Peppi Pepino.

domenica 10 maggio 2015

Tutti alla fattoria!

Questa domenica sta volgendo al termine.
È stata una domenica diversa dal solito, si festeggiavano tutte le Mamme, e inoltre abbiamo fatto una scampagnata con un gruppo di Amici.
Anche se il malumore aleggiava nella mia testa, per non aver ricevuto gli auguri per la festa della Mamma, si parte per il ritrovo. 
Il gruppo era folto, una trentina tra adulti e bambini, ben rodato. 
Location, una bellissima e curatissima fattoria didattica, Desidia, subito fuori Forlì.
Il meteo, perfetto, in modo quasi imbarazzante.
Veniamo accolti da Samuele e Isabella, fratello e sorella che gestiscono assieme al resto della famiglia questa fattoria. Saluti, presentazioni, convenevoli .... E inizio delle attività.
I bimbi sono subito stati accolti da un piccolo gruppo di esserini, un agnello (beeeee), due conigli (ffffffff) e un'ocarina (qua qua). Li hanno accarezzati, hanno preso confidenza con la giornata che li avrebbe aspettati e hanno iniziato a foraggiare le loro panze! 
Diciamo che la giornata è stata un'escalation di eventi, anche se probabilmente lo share ha raggiunto livelli esorbitanti durante la visita alla vera e propria fattoria. Abbiamo visitato le pecore, con tanto di nomi ma io ricordo solo Anastasia, e i bimbi gli hanno dato dei fasci d'erba. Abbiamo visitato i pennuti, ovvero oche e galline e abbiamo salutato i conigli. Poi siamo arrivati ai maialini thailandesi, che però in quel momento avevano esigenze diverse da quelle di farsi vedere da un gruppo di "seienni", e un maschio ha iniziato ad assalire in maniera decisamente maialesca una maialina. E poi ... Be e poi momento saliente, siamo arrivati da Amber, un pony di vent'anni che ha sul groppone ore e ore di sellamento per far effettuare un piccolo giro a tutti i bimbi. Povera Amber, non oso immaginare cosa gli passi per la testa quando vede arrivare un gruppo così di bambini ....
Dopo il pony, siamo arrivati all'ultimo recinto, quello dei bisonti! C'era Tino, e poco più in là c'era Ornella. In teoria dovevano essere per lo meno fidanzati ma abbiamo scoperto che lei non ne vuole mezza da lui e quindi ... Non si sono nemmeno mai messi assieme credo. Però voci di corridoio mi riferiscono che forse ci riproveranno. Staremo a vedere, altro che beautiful, queste creature!
Mentre salutavamo tutti gli animali, i bimbi con le loro manine cicciotte gettavano quintali di fasci d'erba dentro ai recinti, credo che questa notte qualche animale starà male per un'indigestione! 
Io non ero mai stata prima a una fattoria didattica, comunque dopo siamo stati sfamati con cibo rigorosamente Hand Made e il pomeriggio è continuato nel giardino della casa, dove tutti noi , sia grandi che piccini, ci siamo assolutamente rilassati. Va bene, vogliamo proprio dirla tutta, a una cert'ora ai bimbi sono stati fatti fare i biscotti, che sono poi stati cotti, messi in sacchetti e consegnati ad ogni bimbo ... Fatti, cotti e mangiati!
Anche noi alla fine eravamo cotti, di stanchezza.
Abbiamo quindi salutato i gentilissimi fratelli che ci hanno tenuto compagnia per tutta la giornata e a malincuore siamo ripartiti per tornare a casa, stanchi ma felici.
Anche se oggi non ho ricevuto gli auguri per la festa della Mamma, è stata una giornata da manuale e credo non potrò mai dimenticarla.
Ah dimenticavo .... Per ora credo che nessun altro bambino possa andare alla Desidia, i nostri figli hanno finito l'erba!!!!!




mercoledì 6 maggio 2015

La ruota

Questa sera, dopo cena, i miei figli hanno iniziato come al solito, a farmi vedere varie evoluzioni sul divano. Il loro babbo in quel momento non era lì. Poi Gabriele è sceso dal divano e ha iniziato a farmi vedere che sta imparando ad eseguire la ruota. La sua ruota, per ora, altro non è che l'accartocciamento degli arti inferiori a "mo" di rana, ma con le gambe in alto. Di punto in bianco Gabriele si è girato, mi ha guardato e mi ha chiesto "mamma tu la fai la ruota?" ...... Mi si sono illuminati gli occhi e ho risposto "certo!". Ho fatto il giro della cucina, mi sono sfilata i calzini e ho iniziato ad esaminare gli spazi. In quel momento sono tornata indietro di una trentina di anni, quando, bambina, non facevo altro che ruotare per i verdi prati assieme alle mie amichette! Ruote su ruote, salto della corda in gruppi e .... La verticale al muro!!!!! Facevo la ruota su una sola mano, facevo la ruota finendo come si finisce la verticale, facevo più ruote consecutivamente ... Come non accettare quindi la richiesta di mio figlio??? Ho iniziato a prepararmi, sicura come non mai, quando in quel momento è rientrato Mauri che mi ha urlato "ma sei impazzita? Non puoi farlo!" e mi si è piazzato da un lato per vigilare sulla mia incolumità. Io a quel punto non potevo credere ai mie occhi, ho pensato "tu dubiti della mia ruota? È una semplice ruota!" ho alzato le braccia, mi sono tanto immedesimata da alzare anche il piede destro per darmi la spinta ... E sono partita .....
Qualche secondo di silenzio grazie ....
Sono rimasta mezza strancalata a terra, dolorante .. Schiena come un blocco di acciaio e avambracci che sembravano non appartenessero al mio corpo ....
Mauri si è chinato e mi ha miseramente raccolto da terra.

Che grandissima figura di merda!!!!!

martedì 5 maggio 2015

Ci sono giornate ...

Ci sono giornate dove senti che l'intensità ti sta sul groppone, ti fiata sul collo, non ti molla.
Oggi è stata una di quelle giornate intense.
Non mi dilungo sulla mattinata in particolare, probabilmente apparirei noiosa se ricordassi per l'ennesima volta che noi donne (e mamme volendo) siamo davvero Multitasking, potrei davvero credere di essere stata contemporaneamente in quattro posti diversi questa mattina, altrimenti non mi spiego come abbia fatto a fare tutto quello che ho fatto! 
Anyway, poco prima di pranzo sono andata all'appuntamento che Gabriele aspettava da tempo: il pranzo di un genitore all'asilo! L'ospite di oggi, la mamma di Gabriele, ovvero io! Sono entrata in sezione con qualche minuto di ritardo e i bimbi erano già seduti nell'angolo della conversazione che mi aspettavano. A lato dell'insegnante c'era una piccola sedia, all'altro lato, Gabriele mi aspettava seduto trepidante. Credo che mai dimenticherò con quale sorriso sono stata accolta da mio figlio, un sorriso come per dirmi "allora è proprio vero! Sei venuta davvero!" e appena seduta, mai dimenticherò il suo testino appoggiarsi alle mie ginocchia, per lui, che è espansivo quanto un piccolo orso, è stato un gesto estremo! Io a quel punto avevo fatto giornata, ero a posto, potevo coricarmi per svegliarmi la mattina successiva, tanto ero contenta. Dopo una bella chiacchierata con tutta la sezione, mi sono seduta in un tavolino privato per noi due, solo io e lui , a guardarci e chiacchierare. Lui mi guardava, sorrideva e mangiava un timido boccone (mio figlio non mangia nulla!). Ogni tanto mi guardavo attorno, vedevo tutti questi testini che mangiavano, che si parlavano, che si confrontavano, che bisticciavano ... E ad un tratto ho mandato giù un po' di magone, pensando che a settembre i nostri cuccioli inizieranno una nuova avventura: la scuola. 
È stato bello, una bella esperienza, carica di emozione. Siamo usciti dalla sezione felici, Gabriele era raggiante, correva, saltava e si buttava in mezzo alle margherite dei parco.
Ci sono giornate dove la felicità la tocchi con la mano ....

domenica 3 maggio 2015

Partiamo tutti in camper!

Per questo ponte del 1 Maggio abbiamo deciso di provare una nuova esperienza: la gita in camper!
I bimbi era da tempo che lo chiedevano, così lo abbiamo chiesto in prestito ai nonni.
La partenza era prevista per giovedì tarda serata ma un'improvvisa esplosione del rubinetto ci ha fatto ritardare la partenza di mezza giornata.
Allora, partiamo da questo presupposto: partire in quattro per due giorni o due mesi, non cambia nulla, anzi, partire per un week end con un camper non tuo, forse è peggio! Devi far coincidere le tue cose con quelle già esistenti, perché si vive in un camper, non in una villa, non c'è spazio! In più, vuoi non prendere su un sacco pieno di giochi? Un sacco tutto spigoloso che non gli si trova una collocazione nemmeno a pagarla fior di quattrini? Vuoi non prendere su un libro da leggere, come se su un camper con due adulti e due bambini piccoli ci fosse il silenzio universale? Vuoi non prenderti su una maglietta carina "se magari ci facciamo un giro una sera fuori"? Vuoi non prenderti su un beauty pieno di trucchi, gli stessi che usi quotidianamente, come se in camper tu ti truccassi come  per uscire a una cena di gala? Eccetera eccetera .... Come si suol dire, sbagliando si impara! Perché vanno bene i giochi, quelli servono sempre, ma avrò letto? No, perché quando ci provavo venivo immediatamente reclutata per prendere parte alla bisca clandestina di Uno! Mi sarò messa la maglietta carina per fare un giro fuori? No, perché alla sera o pioveva, o eravamo tumefatti, o eravamo su un greppo di una collina! Mi sarò truccata? No, perché alla sera quando poi mi sarei dovuta struccare volevo vedermi, con l'acqua gelida (solo alla fine abbiamo imparato a scaldarla) a sbattere in tutti gli spigoli del micro bagno, e alla mattina quando dovevo truccarmi, volevo vedermi, parcheggiati sul ciglio di un burrone, con una pendenza pari all'85% ... Come mi truccavo bene ....!!!!
Questo comunque è solo un piccolo sunto dei tre giorni sul camper, anche se il "locale" è piccino, ne succedono di tutti i colori, potrei stare qui ore e ore a scrivere, mi limito solo a scrivere che sono fermamente convinta che chi passsava fuori e guardava il nostro camper, lo vedeva muoversi di continuo, perché al suo interno c'era il passaggio di un uragano forza cinque!
E a proposito di scuotimento e agitazione ... Siamo riusciti addirittura a beccare il Lago Trasimeno con onde abominevoli, un vento che non ci faceva tenere il gelato sul cucchiaino, freddo, nubi ....! Ma chi è pratico di lago, mi può dire se è normale vedere un lago così agitato? Io non lo credevo possibile! Ma d'altra parte, quando la famiglia Mambelli si sposta, sposta tutto ciò che gli gira attorno!!!
Ma alla fine il nostro week end è andato bene, dopo il Lago Trasimeno abbiamo visitato prima Assisi poi un parco tematico su un colle vicino Perugia. Ad Assisi ho lasciato come ricordo, probabilmente uscendo dalla cripta di San Francesco, una delle mie sciarpe preferite, e per non imprecare l'ho presa con filosofia pensando che probabilmente sia stato un segno. Al parco naturalmente è andato tutto benissimo, bimbi felici, genitori stanchi, più o meno rilassati, e questa sera alla domanda "bimbi qual'è il ricordo più bello che avete di questa vacanza?" Le risposte sono state, Gabriele "il cucciolo di capretta" e Adele "Biancaneve" ... Io sono felice, perché so che abbiamo fatto il nostro dovere, anche se stancante, e abbiamo accontentato un loro grande desiderio: partiamo tutti in camper!

lunedì 27 aprile 2015

Un week end ideale

Questa sera si conclude quello che per me potrebbe essere "un week end ideale"!
È partito infatti venerdì sera con una cena molto easy con tre amiche di sempre, destinazione, un ristorante nel piano interrato di un locale nel centro storico di Faenza. Anche dopo una scossa di terremoto magnitudo 4 della scala Richter, noi diamo una scrollata di spalle e andiamo al piano -1. Per stemperare la tensione io e la Melly ordiniamo BEN un quartino di vino della casa, meglio conosciuto come Sfusone, che si rivelerà poi decisamente dignitoso. Chiacchiere, risate, scambi di opinioni, racconti di sfighe e di gioie, la serata volge al termine, non dopo aver stipato la macchina delle mie amiche con due scatoloni formato King Size, contenenti il nostro fruttuosissimo investimento: un gonfiabile per bambini!
Saluti e baci.
Ok, si arriva a casa, ci si corica, si dorme ... Ma al mattino via, sveglia e avanti che ci dobbiamo preparare per l'appuntamento che ormai da tre anni bussa alla nostra porta: il Festival internazionale dell'aquilone, a Pinarella di Cervia. Siamo affezionati a questa manifestazione, è una festa a tutti gli effetti, mano a mano che ti avvicini alla spiaggia, inizi ad intravedere dei giganteschi aquiloni che volano silenziosi nel cielo. C'è confusione, c'è musica, la gente urla, balla, ride ... E guarda, col naso all'insù. Guarda queste stupende creazioni che fluttuano silenziose, danzano col vento, sembra quasi vogliano proteggere il pubblico spettatore. C'è colore, c'è vita. Si rompono tutti gli schemi, ogni genitore libera i propri figli da qualsiasi freno, bimbi scalzi, in maglietta, completamente insabbiati, li vedi che appena arrivano in spiaggia si tolgono scarpe e calzini e si guardano i piedi come se fino a quel momento non gli fossero appartenuti, come se si risvegliassero da un lungo letargo ... È tutto bellissimo! Torni a casa, dopo ore e ore di corse a perdifiato, immergi i bambini nella vasca come fossero straccini cattura polvere, e nel giro di breve l'acqua assume un colorito grigiastro! Tutta salute! Dopo una giornata simile, in balia del vento in riva al mare fuori stagione, tanto baccano, tanti colori e tanta fila in strada, anche noi grandi siamo distrutti e ci addormentiamo sul divano, ma soddisfatti.
Quindi si dorme, ci si riposa ma all'alba suona la sveglia, di domenica mattina ... Questa volta, direzione Firenze, addio al nubilato in famiglia! È una gita decisa da tempo, prendiamo il "trenino delle castagne" ovvero quello che anziché passare dalle stazioni principali, passa dalla montagna, scollina e ti porta direttamente nel centro di Firenze!
Oggi a Firenze ci siamo davvero divertite un sacco, poteva esserci un fiume di gente che noi siamo andate dritte come dei fusi, componenti della gita, io, mia sorella, la mia mamma, la mia zia e la mia nonna! Abbiamo visitato il centro, fotografato i monumenti principali (comprese le chiappe del David di Donatello), abbiamo pranzato ai piedi del Ponte Vecchio, cercato chiese rivelatesi poi dubbie a cause di scene di disagio sociale sui gradini, fatto tantissimi selfie (feffi per gli amici), preso un temporale coi fiocchi, ma soprattutto, oggi abbiamo visto come in caso di bisogno tutte le persone parlino, più o meno, la stessa lingua: oggi pomeriggio mia nonna è stata da sola per cinque minuti a comunicare con un artista di strada che faceva delle meravigliose bolle di sapone davanti al piazzale di Palazzo Pitti, è tornata da noi che aveva acquistato l'attrezzo per fare le mille bolle (blu) e il liquido dove intingerlo .... Lui parlava inglese, e mia nonna gli rispondeva in romagnolo. 
Evviva le donne!!!!!! Evviva la Romagna!!!!!!!
Questo è stato davvero un week end ideale!!!!

giovedì 16 aprile 2015

Canzone delle lumache che vanno al funerale


Già in altre occasioni ho parlato del gruppo di "amici di scuola", gli amici di una vita, gli amici che da vent'anni sono amici ...
Ci sono volte in cui ci si vede per mangiare, per chiacchierare, per confrontarsi, per ballare, per brindare, per ridere ... E c'è la volta, purtroppo, che speri non arrivi. Il ritrovo che non vorresti aver organizzato. I volti sempre sorridenti sono trasformati in maschere tristi. L'incontro non avviene tra urla di festa ma tra saluti sommessi. E la "smacchinata" non si fa per andare fuori a cena, ma per andare ad abbracciare il nostro Amico, che ha bisogno, anche di noi "Bisognose".
Non credo sia il caso di dilungarmi sull'episodio in sè, non credo sia la sede indicata, posso scrivere che vedere il mio amico in quel contesto è stato difficile, posso scrivere che ho cercato di stemperare il lutto perché so che lui lo odia, posso scrivere che comunque siamo state in grado di farlo sorridere e che lui ci ha raccontato qualche aneddoto, qualcuno divertente, qualche altro affettuoso, e posso scrivere qui sotto la poesia che ieri mattina gli ho inviato, trascritta da un libro che io spesso prendo tra le mani e inizio a sfogliare, come alla ricerca del pezzo che potrebbe rappresentarmi in quel momento .. 

"Canzone delle lumache che vanno al funerale"

Al funerale d'una foglia morta 
Se ne vanno due lumache 
Hanno il guscio nero
E il lutto sulle corna
Se ne vanno nel buio
D'una sera d'autunno
Ahimè quando sono giunte
È di già primavera 
Le foglie che eran morte
Già son tutte risorte 
E le due care lumache 
Rimangon molto male
Ma ecco viene il sole
Il sole dice loro
Prendetevi la briga 
La briga di sedere
Prendetevi una birra
Se ne avete voglia
Prendete se vi va
L'autobus per Parigi
Parte questa sera
Vedrete un po di mondo
Ma non prendete il lutto
Ve lo dico io
Vi scurisce il bianco degli occhi
E inoltre vi imbruttisce
Le faccende di funerali
Mica sono divertenti
Riprendete i colori
I colori della vita
Allora gli animali in coro
E gli alberi e le piante
Si mettono a cantare
Cantano a squarciagola 
Il vero canto vivo
La canzone dell'estate
E tutti giù a bere
E tutti giù a brindare
È una gran bella sera
Una splendida sera d'estate
E le due nostre lumache
Fanno ritorno a casa
Se ne vanno commosse
E tutte rallegrate
Hanno bevuto molto
Barcollano un pochino
Ma la luna nel cielo
Le sorveglia in cammino.

Da "Poesie d'amore e libertà"
Jacques Prevert

... e adesso Amici miei, posso scrivere che facciamo che quel maledetto cancello non lo varchiamo più!

domenica 12 aprile 2015

Forza e coraggio

Ogni volta che mi sento di voler scrivere qui, mi accorgo che accade ultimamente quando sono un po' più pensierosa, malinconica, triste. Non ne conosco il motivo, la psiche è imperscrutabile, ma mi sono convinta che sia perché per me è più difficile esternare questi stati d'animo, mentre è più facile farlo con la felicità, d'altra parte sono sempre abbastanza solare come persona.
Così questa sera mi accingo a scrivere, dopo aver trascorso una giornata serena, felice e tranquilla assieme alla mia famiglia.
La domenica, qualsiasi cosa si faccia, per me è sempre una giornata "Hakuna Matata, Hakuna Matatissima" perché è l'unica giornata dove nessuno di noi deve andare al lavoro, non ci sono orari da rispettare, cartellini da timbrare e entrate agli asili da rispettare. Per questo motivo questa mattina ci siamo ritrovati al parco coi bimbi, mentre alcuni genitori si accingevano ad uscirne per andare "a mangiare la pappa" ... Solita storia ogni domenica, prima delle 11 passate noi non siamo presentabili nei luoghi pubblici!
Chissenefrega, aggiungi io. Però vorrei anche aprire la parentesi che non capisco come si possa andare a casa alle 11,15 per andare a pranzare .. Chiusa la parentesi.
Quindi questa mattina al parco c'era una calma relativa, pochi bambini, pochi genitori, un sole splendido, un leggero venticello gustoso, tanti giochi a disposizione e tante tante tantissime margherite. Che meraviglia andare per prati in questo periodo, sono completamente bianchi, interamente ricoperti di margherite in fiore! Un vero trionfo per gli occhi! I bimbi sono felici di correre in mezzo alle margherite, prendono la rincorsa, partono coi loro gambini e quando sono al massimo della loro velocità aprono le braccia come se dovessero decollare. Poi si fermano e si buttano per terra, soddisfatti. 
Mi si apre il cuore quando posso godermi queste scene, sono linfa vitale per me. In quei momenti mi rendo conto di non poter chiedere di più dalla vita, potrei pregare affinché il tempo si fermasse in quell'istante, vita natural durante ...
Poi la giornata scorre, feste di compleanno, gite fuori porta, ritrovi con amichetti ... Ma quando alla sera si rientra a casa e si impara a conoscere bene certe realtà che confinano un po' con le nostre, beh, in quei momenti realizzi che si deve davvero ringraziare di poter vivere certi momenti. Realizzi che sei fortunata, perché in quel momento tu puoi vivere certe emozioni che altri non possono vivere. Realizzi che la vita a volte può essere breve, e che va vissuta, a pieno. E realizzi tutto ciò magari mentre stai asciugando i capelli a tua figlia, mentre metti il pigiama a tuo figlio, mentre gli dai il bacio della buona notte.
Poco fa mentre ascoltavo "Where is My mind" dei Pixies, ho capito che ho bisogno di ballare, ininterrottamente per ore, senza pensieri, con la testa che ciondola a destra e a sinistra.
E credo, assieme a me, anche qualche amico in difficoltà.
Forza e coraggio ... 


venerdì 3 aprile 2015

Fate l'amore, non fate la guerra!

Dicono che litigare faccia bene alla coppia. Dicono che aiuti a confrontarsi e a conoscersi.
A me litigare fa schifo! Odio litigare con il mio compagno, col padre dei mie figli, con il mio futuro marito!
Succede sempre alla sera, l'unico momento in cui ci si ferma, i bimbi si sono addormentati, la casa viene avvolta da un leggero velo silenzio e si inizia con i confronti della giornata. Succede sempre prima di addormentarsi.
Così si inizia prima a parlare, poi a raccontare e a confrontarsi, poi a discutere .... e poi a litigare! A quell'ora non si ha più la lucidità di ragionare bene e stare calmi, quindi ci si innervosisce in fretta e ci si manda a quel paese nel giro di due secondi netti! Ognuno prende la sua tangente e tutto peggiora. Ogni parola che si dice è un fraintendimento. Se poi si ha a che fare con una persona che analizza tutto, è la fine! Si è stanche, si dice una cosa e dall'altra parte si comincia con gli esempi analitici, a momenti si srotolano formule chimiche! Quindi ci si innervosisce ulteriormente! Poi ci si chiude a riccio, si alza un muro che a confronto la Muraglia cinese è un marciapiede, ci si ammutolisce, ci si gira dall'altra parte e arrivederci e grazie!
Poi arriva la mattina, il primo pensiero è che alla sera prima qualcosa è andato storto e nel giro di pochi secondi si realizza tutto. Non è bello, ti si chiude subito lo stomaco, non è un buon inizio di giornata .... Pensi a come rimediare ....
Ma quando si scopre che, nonostante tutto, sulla tavola c'è la colazione pronta, si capisce che sono solo momenti che passano.
Forse allora hanno ragione quando dicono che sono confronti "a scopo benefico" .... Ma io credo più al mio amico che per staccare completamente la spina per qualche giorno assieme alla sua compagna, è partito alla volta di Camaldoli, con John Lennon in macchina come colonna sonora.
Come dire .... Fate l'amore, non fate la guerra!
Peace!

sabato 28 marzo 2015

Che festa sia

Questa mattina all'alba è suonata la mia sveglia. Erano le 5 del mattino.
Con gli occhi mezzi aperti ho toccato la spalla di Mauri e gli ho detto "svegliati, devi alzarti e prepararti!"
Non sapevo quale reazione aspettarmi, non ne avevo idea.
Lui con lo sguardo sconvolto ha cercato di capire se si trattasse di un sogno, ha guardato l'ora e ha continuato a non capire. 
"Mauri non è un sogno, devi alzarti e prepararti. Devi andare!"
Lui mi ha guardata e mi ha chiesto "Mi portano via?" E io ho risposto "si".
In quel momento ha realizzato, anche se ancora incredulo.
Quindi ha iniziato a prepararsi, a cercare di capire dove dovesse andare, cosa stesse succedendo e una volta pronto è sceso e uscito, dove un gruppo di amici lo attendeva.

Lui ancora sconvolto e con la consapevolezza che avevo retto il gioco per parecchio tempo, mi ha guardata, mi ha dato un bacio e mi ha abbracciata.
Io l'ho lasciato andare col cuore colmo di felicità .... Che addio al celibato sia!

martedì 17 marzo 2015

Il muro a pois!

Questa mattina mentre con la mia macchinina andavo in piscina, sono passata davanti ad un istituto tecnico. In quel momento un furgone stava scaricando della merce, una pila di roba: una torre di pacchi di carta igienica. Ho pensato "Dio mio questi ragazzini cosa combinano in bagno?", ma subito dopo, un istante dopo, mi è apparso come un flash un episodio successo nel periodo demente (ma super divertente) della mia vita ...
Siamo nella prima metà degli anni 90, quindi in pieno periodo 90's. Si ascoltano i Rem con Loosing My religion, Alanis Morisette, i Cramberries con "Zombie", i Nirvana, PJ Harvey, i Red Hot Chili Peppers, i Radiohead con Creep (!!!!!!) e tanti, tanti, tanti altri (nessun Dio della rock music me ne voglia). Si va a ballare al Baccarà a Lugo la domenica pomeriggio e il sabato sera, si fanno le vasche dal viale della stazione a scuola e viceversa, si fa fuoco da Noce, un noto bar di fronte alla stazione che faceva una pizza ora indimenticabile. Siamo, in linea di massima, negli anni più belli della vita di un'adolescente, anche se un'adolescente ancora non lo sa, lo scoprirà decenni dopo, quando capirà che il moroso che l'ha mollata è stata solo una fortuna, l'amichetta stronza che la prende per il culo in realtà era solo una fottuta invidiosa e un brutto voto le faceva la corazza più dura. In quel periodo io frequento presumibilmente il secondo o il terzo anno di un istituto di stato professionale e la sede è un vecchissimo edificio nel centro storico di Lugo di Romagna. Fuori dalle finestre si vedono altre case, alte e strette, non parchi o strade trafficate. In particolare fuori dalla finestra del bagno del secondo piano, c'è il muro di confine di una casa. Il muro è vicinissimo, pochi metri e si potrebbe toccare. Una bella mattina entrando in quel bagno, io assieme a qualche amica scapestrata (che se mi impegno ricordo anche i nomi ma non li menzionerò) decidiamo di fare la guerra della carta igienica proprio su quel muro. Il "gioco" consisteva nel prendere manciate di carta igienica, inzupparle di acqua, appallottolarle tra le mani e .... Una volta aperta la finestra, lanciarle esattamente di fronte a noi, nel muro della casa. Ricordo perfettamente il momento, il gesto, e dopo svariati minuti, il muro completamente a pois! Dei perfetti e precisi pois di un color nocciola, il colore dei rotoli della carta igienica. Rimanevano attaccati in maniera meravigliosa, era come colla, una gran soddisfazione! Non mi dilungherò su ciò che accadde dopo la guerra della carta igienica, a parte riportare che la Preside in persona (all'epoca c'era una donna Preside), venne a bussare alla porta del bagno, non prima di aver osservato attentamente cosa stava accadendo .. Già, perché all'epoca le porte erano per la maggior parte della superficie, in vetro satinato, ma dalla pare opposta si capiva molto facilmente cosa stesse accadendo all'interno ...! Io cercai di negare l'assoluta evidenza poi bo, buio totale, non ricordo.
Però ricordo perfettamente il muro a pois, un muro che ora fotografato su instagram avrebbe un gran successo, tanti bei pois color nocciola, lo stesso identico colore della carta igienica che questa mattina ho visto scaricare da quel furgone!
Viva gli adolescenti, e Viva le cazzate che a volte fanno!

giovedì 12 marzo 2015

Ho sonno!

È da qualche settimana che, come dico io, "non arrivo a sera". Sono stanchissima.
L'altro giorno sono andata nella mia farmacia di fiducia e chiedendo ad un giovane farmacista "mi dai qualcosa di naturale che mi faccia arrivare a sera?", mi ha propinato una confezione extra di tavolette a base di spirulina, un'alga acquatica che sembra faccia miracoli (ma io credo morirò prima di passione).
Le mie giornate sono piene, d'altra parte gestire un lavoro, una casa e due figli, è stancante, soprattutto se devi seguire i bimbi in qualche attività. Un giorno la piscina, un altro giorno la logopedista eccetera.
Così mi ritrovo che mentre sono sul treno di ritorno dal lavoro o in viaggio verso il lavoro, non riesco più a leggere, mi addormento sul libro. Per fortuna ho gli occhiali da sole e spero che la gente attorno a me, non se ne renda conto.
Oggi mentre aspettavo che Gabriele finisse la lezione con la logopedista, mi sono addormentata in sala d'attesa mentre armeggiavo con il telefono.
Questa sera alle sette ho cercato di convincere i bimbi che dovevamo fermarci un po' sul divano per riposare, ma loro non ci sono cascati molto nel mio tranello.
Non riesco più a stare sveglia! Solo una mitragliata di puntate di Grey's Anatomy riesce a tenere la mia mente lucida!
Continuo a chiedermi come sia possibile che io sia così stanca, da poche settimane le mie ore di lavoro sono state drasticamente ridotte e dovrei essere meno stanca, ma dimentico che il lavoro vero, quello non remunerato economicamente, mi aspetta una volta che arrivo a casa: è il lavoro di mamma, il lavoro che solo il cuore può remunerare, con tanto amore.
E ora, è giunto il momento di coricarmi, col cuore colmo.

domenica 8 marzo 2015

Patrimonio dell'umanità

Nel momento in cui in una casa arriva un figlio, gli spazi vengono rivisti, tutti!
La camera-ripostiglio diventa la cameretta, le nostre camere da letto diventano una seconda cameretta, i nostri armadi diventano costipati di abiti e abitini, coperte, piumini e copertine, sacchi copripiumino e set di lenzuolini per lettini e culle, il nostro bagno prima tutto in ordine diventa contenitore di vasche, fasciatoi, saponi e pettinini, dal mobile soggiorno piano piano scompaiono tutti i soprammobili, attorno al tavolo scompaiono sedie per lasciar spazio ai seggioloni ... Ma la cucina, la cucina viene completamente spogliata di tutto, robot da cucina, tostapane, tritatutto, vasi pieni di cibo, portaspezie, bottiglie preziose, vasi .... tutto spazzato via, messo in scatoloni e dimenticati da Dio. Al loro posto arriva il mondo baby: sterilizzatori, scaldabiberon, vasetti con tappo, cuocipappa, disinfettanti, bavaglini, biberon di ogni misura, ciucci, termos per latte e termos per pappe, contenitori termici ... E tanto tanto tanto altro ancora!
Dove prima ci stava un lampadario particolare, adesso ci sta una pila di scatole di giocattoli, dove prima mettevi un vaso con una pianta, adesso c'è un ammasso di fogli colorati, dove prima c'era una sorta di strana scultura (a quanto pare un po' ricercata), ora ci trovi la collezione di cavalli di gomma colorata ....
Ma poi, poi arriva il momento in cui tutto ciò gradualmente non serve più, perché i figli lentamente crescono, non bevono più dal biberon, non devi più sterilizzare ad ogni poppata, non devi più portarti in giro pappe e pappine ..... E dove finisce tutto questo? Bella domanda ... Prendi tutto, metti in uno scatolone e aspetti di avere un'illuminazione. Nel frattempo piano piano ricominci ad appropriarti di piccoli spazi in cucina (nel resto della casa,no!) ritiri fuori il robot, il tostapane, il portaspezie, insomma ... Piano piano la cucina torna come prima, o quasi, perché avrai sempre una macchinina di fianco alla bilancia, un fischietto in mezzo ai biscotti, una serie di elastici e mollette vicino al cesto della frutta, e tanto altro ancora. E tu continui a mettere via. Fino a che non ti trovi la cantina e il garage pieni zeppi di scatoloni che contengono negozi interi di articoli per l'infanzia. Articoli tra l'altro praticamente nuovi, perché tutti sanno che si spendono pazzie per comprare di tutto, usarlo qualche settimana, massimo qualche mese e capire che non ti è più necessario. 
Decidi quindi di provare a liberartene, provi a vedere se qualcosa riesci a vendere. Ti inserisci allora nel mondo dei mercatini on line. Apoteosi! Parti dai mercatini legati ai social network, mercatini locali per intenderci, dove alcuni amministratori pensano di essere sceriffi del Far West e credono di ristabilire l'ordine nell'intera galassia, creando regole che nemmeno ad Alcatraz esistevano, e facendo rispettare le più ferree regole anche alle 3 del mattino, e approdi nei mercatini a livello nazionale, dove non ci sono tutte quelle ferree regole ma sembra che tutto giri regolarmente e ci si comporti in maniera umana e corretta.
È così quindi che abbiamo iniziato a vendere qualche pezzo, e ogni volta che accade, è un nodo alla gola, ogni volta che vedo una ragazza prendere tra le mani un sacco termico, un primi passi, pagare e andarsene con quello che per anni ho visto in casa mia e tra le mani dei miei figli, sto male. Dicono che bisogna disfarsi delle cose vecchie, ma questi sono pezzi di vita dei miei figli.
Quando l'altro giorno sono state spedite le "apine" che per anni hanno girato sopra alle teste dei miei figli, bè lì sono crollata, e ho pianto. Quelle apine che per mesi hanno suonato sopra a quella testa dura di mio figlio per farlo addormentare, quegli animaletti che venivano fissati mentre giravano, dagli occhioni di mia figlia sorridente ... A questo punto non mi resta che sperare che la stessa gioia la regaleranno a una nuova famiglia!
Saranno ancora tante le cose che proveremo a vendere, saranno ancora tanti i magoni, ma una cosa è certa, che alcuni capolavori non si toccheranno, mai, perché questi sono e saranno per sempre patrimonio dell'umanità ... La mia, di mamma e di donna!
Buona festa della donna a tutte!


mercoledì 4 marzo 2015

Storia di un'ordinaria giornata di pendolare

Da poco più di un mese sono tornata ad essere una pendolare.
Ogni giorno mi reco alla stazione per prendere un treno che mi porti al lavoro e uno che mi riporti a casa.
Da quando è successo, mi sono resa conto di quanto le stazioni ma soprattutto i treni, siamo ambienti di perdizione totale!
Partendo dal tragitto verso la stazione, ti puoi incontrare un ragazzo di dubbia età, vestito completamente di bianco con papalina in testa, che vaga con una bicicletta "sulla spalla" e si guarda attorno stranito; ti viene subito da pensare che la bici sia rubata e che il tizietto sia completamente pazzo, quando invece magari appartiene a qualche gruppo religioso e ha la bici bloccata e non ha altro modo per portarsela a casa.
Parcheggi la macchina alla meno peggio, ti incammini e trovi, lì su un lato, un camioncino con un signore straniero che cucina piadina e salsiccia, un odore nauseante proviene dall'interno e qualche ragazzo si azzarda a cibarsi.
Ti avvicini alla stazione, devi attraversare una strada che all'ora di punta è percorsa da un miliardo di tram, ti fermi, aspetti che arrivi un bus per farlo passare e ti accorgi che l'autista ti fissa e sta aspettando di incrociare il tuo sguardo .. Appena succede ti fa un mezzo cenno con la testa per farti capire che se nel giro di zero virgola secondi non attraversi, ti elimina dalla faccia della terra!
Dopo l'attraversamento, con un attimo di terrore addosso, ti becchi la scena miele della giornata, dove una coppia di giovanissimi morosini si salutano esibendo mezzo metro di lingua.
Entri in stazione e visto che sei in anticipo, ti fermi ad osservare cosa contengono i distributori automatici 2.0 .... In pratica puoi fare a meno di andare in un ipermercato: caricabatterie portatili, cover, dentifrici con spazzolini, confezioni di Lego di svariate misure, biscotti, preservativi, bibite, patatine, peluche eccetera.
Stai ancora pensando a quante cose puoi dimenticarti a casa che tanto sei in una botte di ferro, quando inizi ad osservare la gente che ti passa davanti: ci sono soggetti di ogni tipo, dal gruppo di ragazzini con una benda in testa, al tizio attempato che ha sulle spalle un antico zainetto Invicta. Ti becchi un gruppo di ragazzine con la loro prof che cercano di far capire alla gentil donna che per andare a Cattolica devono prendere il treno in partenza per Ancona, non quello in arrivo da Ancona (oh prof ... È ora di andare in pensione, suvvia!!!!), e ti becchi un padre premuroso che accompagna la "figlioletta" ormai più grande di lui e la bacia ai piedi dei gradini che portano al binario.
Ma poi deve ancora arrivare il treno, e be ... Una volta che sali sul treno, una volta che ti siedi, a caso, vicino a qualcuno, entri in contatto con l'intimo di questa persona. Capisci come respira, come si soffia il naso, come mastica la gomma, quale tono di voce usa al telefono .... E come dorme!!! Ti becchi dei tizi che quando dormono scattano e a momenti ti prendi un cartone sul muso, quelli che ciondolano con la testa e quelli che russano!
Una volta che scendi dal treno, potrebbe non essere ancora finita, e puoi trovarti una tizia in totale disadattamento sociale che non si regge in piedi e che cammina a zigzag.
Cerchi di lasciarti tutto alle spalle e iniziare ad avvicinarti alla sede di lavoro ... Quando in un angolino ti trovi un piccolo cumulo di scarpe, abbandonate e decisamente non all'ultimo grido ....
Mi arrendo, per oggi ho dato tutto!

domenica 1 marzo 2015

Mani calde

Oggi finalmente siamo riusciti a festeggiare il compleanno di Adele, dopo un rinvio causa febbre feroce, oggi ci siamo riusciti.
La location era la sala di una fondazione Onlus e questa struttura ospita anche un centro residenziale per persone più o meno anziane con problemi mentali, ma non gravi. Una delle incaricate mi aveva avvertita, qualcuna potrebbe filarsela e scappare, entrare da voi e chiedervi del cibo, voi non dovete dare nulla da mangiare! La regola è tassativa! ..... Ma non dovrebbe capitare .... Termina la signora ...
Ecco che oggi mentre sistemiamo tutto per l'inizio della festa, mia sorella mi dice "Vale c'è una signora", mi giro e vedo un fulmine con le sembianze di donna che si precipita sulla tavola già imbandita di cibo! Agguanta una manciata di patatine e le divora voracemente per poi subito passare a una pizzetta. Le ultime parole famose ... "Non dovrebbe capitare" ....
La prendo con calma e gentilezza e la accompagno "a casa sua" .... La riporto nella sala dal suo responsabile che le urla, ma in maniera decisamente dolce "Nadia, ti fa male! Lo sai che non lo devi fare!". Saluto, sorrido ed esco.
La festa si è svolta nel migliore dei modi, i bimbi si sono divertiti, e i genitori hanno chiacchierato tra loro. Abbiamo cantato "Tanti auguri" alla Dede e abbiamo scartato i regali.
Ma alla fine della festa, alla fine della festa sono andata a rendere le chiavi al referente della struttura ed entrando nella sede residenziale sono stata accolta da una signora che con il deambulatore mi è venuta incontro chiedendomi "Avete messo a posto? Vi siete divertiti?"
Poi subito un'altra che mi chiede "Avete visto come siamo state brave che non siamo più venute? Tu come ti chiami?" 
"Ciao, io mi chiamo Loretta, hai visto che mi sono comprata gli occhiali nuovi? Adesso mi compro anche le ciabatte nuove. Come ti chiami?"
Rispondo, faccio battute, rido con loro, mi comporto come mi comporto con i miei figli e i loro amichetti.
Inizio a salutarle tutte per tornare alla macchina e avviarmi quando vedo una vecchina che sbuca dal nulla, mi prende le mani e me le stringe, mi sorride e non dice nulla. Mi sta parlando con il suo sguardo sereno e il suo sorriso. Continua a non parlare ma a stringermi la mia mano con le sue e le sue mani sono morbide e caldissime. Io le sorrido e facendole una carezza sulla spalla le auguro la buona notte.
Prima di uscire dalla porta il responsabile mi dice "Noi alle 16 facciamo merenda con un te caldo, se ogni tanto vuoi venire a farci un saluto ci fa piacere, molto piacere."
Esco con il cuore caldo, con il sorriso sulle labbra e con il pensiero che mi piacerebbe poter donare un po' di gioia e calore a queste persone, sempre tanto bisognose di sorrisi e carezze ed affetto.

Happy Family

Ieri pomeriggio mi sono armata di pazienza (e coraggio) e da sola ho portato i bimbi a Happy Family, manifestazione che si svolge alla Fiera di Forli. Sono situazioni abbastanza caotiche, un momento hai tuo figlio sotto il naso, dopo zero virgola due secondi non c'è più e te lo trovi a distanza di centinaia di metri. Quando sono in questi posti così affollati, attacco il radar e mi sembro più una robot che una mamma. Mi viene in mente Schwarzenegger in Robocop quando doveva puntare qualcosa con lo sguardo ... Ecco, io mi sento esattamente così! In queste occasioni sono abituata a vestire i bimbi con colori sgargianti, faccio molto prima a vedere una maglia rossa che non quella nera ... Così oggi, Gabriele è in rosso e Adele in fucsia. Una mia amica due anni fa scrisse il suo numero di telefono nel braccio di sua figlia, agli altoparlanti si sentono annunci tipo "Nicola, di 3 anni, ha perso i genitori e li sta aspettando al banco informazioni". Insomma ... Diciamo che non è come portare i propri figli su una collina e smollarli per i verdi prati, però è divertente e si decide di andare. 
Prendo il passeggino di Adele alla maniera di carrello della spesa, mi sento un po' disagiata con tutti questi giubbotti sopra alle ruotine, ma mi basta guardarmi in giro e sentirmi assolutamente a mio agio. Vedo infatti mamme con passeggini pieni di: palloncini di svariate dimensioni e colori, buste di carta o di plastica appese ai manubri, cestini di creta in fase di asciugamento che vengono sorretti da scatole di giochi comprati a buon prezzo, bottigliette di acqua e resti di cibo nel contenitore di plastica dato dalle cuoche degli asili, cartoncini con stampe bianche, burattini di gommapiuma .... E magari mentre la mamma guida questi aggeggi, che non sono più passeggini, si sbaffa la zucchero filato o la crêpes alla cioccolata! Bè diciamo che noi siamo stati più moderati e oltre a giubbotti, sciarpe e felpe, avevamo ben poco. 
Ma c'è un grandissimo problema in questi posti, per quanto mi riguarda, e chi mi conosce lo sa: tutti questi maledetti palloncini!!!!! Ho la fobia di questi oggetti, sono tutti pronti a scoppiare, come una vera bomba saprebbe fare! Anzi, alcuni quando esplodono, perché è una vera e propria esplosione, fanno dei boati che anche il migliore ordigno impallidirebbe a confronto! E io sono li, nel bel mezzo di questa guerra di plastica colorata! Ieri un bambino piangeva a dirotto perché il palloncino gli era esploso vicino al collo e gli aveva fatto la mossa tipo elastico scoppiando ... Lo sapevo, sono delle vere e proprie armi!! Maledetti palloncini! Però forse potrebbe essere la giusta cura, dopo due ore già stavo meglio e sentirli scoppiare mi faceva meno paura! Fatto sta che quello che hanno regalato alla Dede si è sgonfiato e io ero la mamma più felice del mondo in quel momento. Che madre crudele! Lei era disperata, le ho promesso che lo avrei rigonfiato a casa (io????????) ma il cadavere del palloncino giace ancora qui per terra, ad ora.
È ora di tornare verso casa ma davanti all'uscita succede l'incredibile, l'inaccettabile. Arriva un padre col figlio e davanti allo stand della Lego grida al figlio "Lorenzo!!!! Guarda che mostro!!!!" ..... Mi giro e guardo di cosa si tratta .... Darth Vader fatto interamente di Lego neri, troneggia all'ingresso dello stand!
Chiedo alla Corte Suprema che questo padre venga giudicato per aver chiamato "Lui", mostro!!!!

giovedì 26 febbraio 2015

La paura

La notte scorsa ho avuto un incubo, ho sognato che il mio nonno ci lasciava. Un sogno che ho voluto immediatamente rimuovere, ma comunque uno di quei sogni che ti lascia il tarlo nello stomaco durante tutta la giornata, fino a quando non ti coricherai, Morfeo ti riprenderà per mano e ti condurrà in un'altro meandro della tua mente. Fino ad allora avrai il ricordo di quel brutto sogno. Oggi quindi mi è tornato alla mente il racconto di un caro amico, che qualche mese fa non riposava bene, si svegliava delirante nel cuore della notte tutto sudato e a fatica riprendeva sonno, coi suoi amati gatti che curavano le sue deliranti insonnie, addormentandosi ai suoi piedi. Deliri che sono durati molti mesi, e dopo mesi, in questo momento, il mio amico sta purtroppo affrontando un momento difficile della sua vita, molto difficile, che lo ha colpito come dice lui, "in piena faccia come fosse un treno espresso". 
Ne parla poco, preferisce continuare a rivolgersi a noi amiche con sorrisi e battute, sa che noi ci siamo, in qualsiasi momento. Noi lo aspettiamo silenziose e quando lui ha bisogno, accogliamo le sue confidenze con piccole frasi che speriamo gli possano scaldare il cuore e confortarlo (come un risotto può fare, ad esempio....). 
.....
C'è un momento nella vita di ognuno di noi in cui si ha paura.
Arriva inaspettatamente, non ti chiede un appuntamento, si presenta alla tua porta ed entra. Senza bussare. Senza chiedere permesso. Senza porsi scrupoli.
Lei ti assale, la paura di aver detto addio a tuo padre, senza saperlo, all'ultimo pranzo vicino alla Facoltà, all'ultima passeggiata, all'ultima vacanza, all'ultimo viaggio in macchina ...
Teniamola fuori dalla porta Amico mio questa paura ... Facciamogli vedere chi sei!
Fottuta paura ....

domenica 22 febbraio 2015

Il pranzo di famiglia

Da tempo era stato organizzato il pranzo di famiglia, per festeggiare il compleanno della mia nonna.
Il pranzo di oggi, per quanto mi riguarda, è stato quasi epocale. Re della tavola (in teoria)? Il baccalà, precisamente fritto in pastella!
L'organizzazione parte settimane prima, la nonna avvisa tutti che per il suo compleanno si va tutti a casa dei nonni e si mangerà baccalà fritto "ho comprato tre chili di baccalà sotto sale, si mangia solo quello!"
Ti prepari quindi ad arrivare, sederti a tavola e abbuffarti di merluzzo ... E invece no!
Invece arrivi e trovi sul tavolo l'aperitivo, ovvero una pirofila piena di salatini appena sfornati, e quando sono finiti, ti aspetti appunto arrivi il baccalà, e invece no di nuovo! Arrivano i tortelli di patate col ragù (ragout per i più esigenti) e mentre li stai gustando con le papille gustative che ringraziano di esistere, vieni a sapere che stanno cuocendo anche le tagliatelle! Visto che mio figlio, quel fighetto, mangia solo quelle, vuoi non prepararne un quintale??? Ma ecco che arriva il momento fatidico, si inizia a friggere il baccalà! Tra l'agitazione di un pezzo troppo grosso che non cuoce bene e il puzzo di fritto che rischia di impestare gli abiti dei più esigenti (seppur la frittura avvenga in garage), ecco che arriva la prima padellata di bocconcini, poi la seconda, la terza e la quarta! A ruota le verdure impanate, le patate al forno e un po' di pollo, per quelli che non gradiscono il pesce. Basta! Chiedo pietà!!
Il caos regna sovrano, i bimbi sono stanchi, urlicchiano ... E inesorabile arriva la mazzata finale, i dolci!
Tre tipi diversi di dessert sono devastanti, soprattutto dopo quei cinque chili di merluzzo fritto ingurgitato voracemente .. Se non fosse così provocatorio, la gola non sarebbe peccato, quindi si continua a mangiare anche se la verità è che non ce la fai più!!!!
Basta, portatemi un caffè e fatemi svenire di passione qui, sulla tavola!!!
Terra chiama Vale, rispondi ..............

Non è forse questo un vestitino?

Correva l'anno 2014 quando iniziai a scrivere su quello che volevo fosse il mio blog ... Mi divertivo, lo facevo per me, non perché contavo su particolari followers, ma perché con la "scusa" del blog, almeno mi liberavo un po' la mente.
Ho continuato qualche mese, finché gli impegni di mamma lavoratrice me lo hanno concesso, poi lentamente ho mollato, un po' come quando una fiamma diventa, prima fiammella, poi stoppino.
Ora sono settimane che mi sono rimessa in testa di voler tornare a liberarmi in questo mio diario virtuale (e pubblico), ma ho come paura. Mi sono chiesta spesso il motivo, ma non so darmi risposte.
Ma vista la situazione del momento, ho voluto prendere in mano l'accendino e ho riacceso la fiammella, chissà non torni fiamma vivace.
Si riparte da qui!

Poco più di un'ora fa ho salutato i miei amici, che sono stati a cena da me.
Era da tempo che non ci ritrovavamo, era da tempo che questa cena era stata organizzata. Dapprima doveva essere la "cappellettata", tutti da me per fare i cappelletti dal pomeriggio per poi mangiarli per cena. Poi abbiamo capito che il tema doveva cambiare e dopo varie disquisizioni si è deciso di impostare la serata sul risotto, risotto che passione!
Adoro le cene dove ci si aiuta a preparare il cibo, adoro le cene conviviali alla Ozpetek, adoro che i miei amici si aggirino per la mia cucina e mi aiutino a cucinare.
Li vedo coi bicchieri in mano, le bottiglie di vino che passano da una parte all'altra e quando la bottiglia è vuota si va ad aggiungerla ai vuoti fuori dalla porta.
Li vedo che girano attorno alla cucina e furtivi vengono a sbirciare come sta procedendo la preparazione del piatto, vogliono rendersi utili anche se tagliano le patate stile cubo di Rubik e si sbucciano la nocetta del pollice grattugiando il parmigiano.
Ma chi se ne importa, quando li ritrovo tutti seduti al mio tavolo e ridendo ci gustiamo la nostra cena, io sto bene e mi sento fortunata ad averli come amici.
Sono momenti unici e indimenticabili. È indimenticabile sapere che se uno di noi ha bisogno, gli altri ci sono e ci saranno sempre, anche se in maniera silenziosa e rispettosa.
Questo siamo noi.
Li saluto con il sorriso sulle labbra, contenta di averli avuti tutti per me per qualche ora e non potendo non meditare su tante cose che ci stanno accadendo.
E comprendo ciò che mi ha scritto pochi giorni fa una persona a me molto cara, ovvero che l'abito che a volte indossiamo è un velo (più o meno pietoso) che mettiamo sulla nostra nuda vita e sui nostri sentimenti, perché manifestarli ci fa paura, ci espone ai giudizi. Ma altre volte ci fa il cuore più alto e più leggero ...