sabato 28 marzo 2015

Che festa sia

Questa mattina all'alba è suonata la mia sveglia. Erano le 5 del mattino.
Con gli occhi mezzi aperti ho toccato la spalla di Mauri e gli ho detto "svegliati, devi alzarti e prepararti!"
Non sapevo quale reazione aspettarmi, non ne avevo idea.
Lui con lo sguardo sconvolto ha cercato di capire se si trattasse di un sogno, ha guardato l'ora e ha continuato a non capire. 
"Mauri non è un sogno, devi alzarti e prepararti. Devi andare!"
Lui mi ha guardata e mi ha chiesto "Mi portano via?" E io ho risposto "si".
In quel momento ha realizzato, anche se ancora incredulo.
Quindi ha iniziato a prepararsi, a cercare di capire dove dovesse andare, cosa stesse succedendo e una volta pronto è sceso e uscito, dove un gruppo di amici lo attendeva.

Lui ancora sconvolto e con la consapevolezza che avevo retto il gioco per parecchio tempo, mi ha guardata, mi ha dato un bacio e mi ha abbracciata.
Io l'ho lasciato andare col cuore colmo di felicità .... Che addio al celibato sia!

martedì 17 marzo 2015

Il muro a pois!

Questa mattina mentre con la mia macchinina andavo in piscina, sono passata davanti ad un istituto tecnico. In quel momento un furgone stava scaricando della merce, una pila di roba: una torre di pacchi di carta igienica. Ho pensato "Dio mio questi ragazzini cosa combinano in bagno?", ma subito dopo, un istante dopo, mi è apparso come un flash un episodio successo nel periodo demente (ma super divertente) della mia vita ...
Siamo nella prima metà degli anni 90, quindi in pieno periodo 90's. Si ascoltano i Rem con Loosing My religion, Alanis Morisette, i Cramberries con "Zombie", i Nirvana, PJ Harvey, i Red Hot Chili Peppers, i Radiohead con Creep (!!!!!!) e tanti, tanti, tanti altri (nessun Dio della rock music me ne voglia). Si va a ballare al Baccarà a Lugo la domenica pomeriggio e il sabato sera, si fanno le vasche dal viale della stazione a scuola e viceversa, si fa fuoco da Noce, un noto bar di fronte alla stazione che faceva una pizza ora indimenticabile. Siamo, in linea di massima, negli anni più belli della vita di un'adolescente, anche se un'adolescente ancora non lo sa, lo scoprirà decenni dopo, quando capirà che il moroso che l'ha mollata è stata solo una fortuna, l'amichetta stronza che la prende per il culo in realtà era solo una fottuta invidiosa e un brutto voto le faceva la corazza più dura. In quel periodo io frequento presumibilmente il secondo o il terzo anno di un istituto di stato professionale e la sede è un vecchissimo edificio nel centro storico di Lugo di Romagna. Fuori dalle finestre si vedono altre case, alte e strette, non parchi o strade trafficate. In particolare fuori dalla finestra del bagno del secondo piano, c'è il muro di confine di una casa. Il muro è vicinissimo, pochi metri e si potrebbe toccare. Una bella mattina entrando in quel bagno, io assieme a qualche amica scapestrata (che se mi impegno ricordo anche i nomi ma non li menzionerò) decidiamo di fare la guerra della carta igienica proprio su quel muro. Il "gioco" consisteva nel prendere manciate di carta igienica, inzupparle di acqua, appallottolarle tra le mani e .... Una volta aperta la finestra, lanciarle esattamente di fronte a noi, nel muro della casa. Ricordo perfettamente il momento, il gesto, e dopo svariati minuti, il muro completamente a pois! Dei perfetti e precisi pois di un color nocciola, il colore dei rotoli della carta igienica. Rimanevano attaccati in maniera meravigliosa, era come colla, una gran soddisfazione! Non mi dilungherò su ciò che accadde dopo la guerra della carta igienica, a parte riportare che la Preside in persona (all'epoca c'era una donna Preside), venne a bussare alla porta del bagno, non prima di aver osservato attentamente cosa stava accadendo .. Già, perché all'epoca le porte erano per la maggior parte della superficie, in vetro satinato, ma dalla pare opposta si capiva molto facilmente cosa stesse accadendo all'interno ...! Io cercai di negare l'assoluta evidenza poi bo, buio totale, non ricordo.
Però ricordo perfettamente il muro a pois, un muro che ora fotografato su instagram avrebbe un gran successo, tanti bei pois color nocciola, lo stesso identico colore della carta igienica che questa mattina ho visto scaricare da quel furgone!
Viva gli adolescenti, e Viva le cazzate che a volte fanno!

giovedì 12 marzo 2015

Ho sonno!

È da qualche settimana che, come dico io, "non arrivo a sera". Sono stanchissima.
L'altro giorno sono andata nella mia farmacia di fiducia e chiedendo ad un giovane farmacista "mi dai qualcosa di naturale che mi faccia arrivare a sera?", mi ha propinato una confezione extra di tavolette a base di spirulina, un'alga acquatica che sembra faccia miracoli (ma io credo morirò prima di passione).
Le mie giornate sono piene, d'altra parte gestire un lavoro, una casa e due figli, è stancante, soprattutto se devi seguire i bimbi in qualche attività. Un giorno la piscina, un altro giorno la logopedista eccetera.
Così mi ritrovo che mentre sono sul treno di ritorno dal lavoro o in viaggio verso il lavoro, non riesco più a leggere, mi addormento sul libro. Per fortuna ho gli occhiali da sole e spero che la gente attorno a me, non se ne renda conto.
Oggi mentre aspettavo che Gabriele finisse la lezione con la logopedista, mi sono addormentata in sala d'attesa mentre armeggiavo con il telefono.
Questa sera alle sette ho cercato di convincere i bimbi che dovevamo fermarci un po' sul divano per riposare, ma loro non ci sono cascati molto nel mio tranello.
Non riesco più a stare sveglia! Solo una mitragliata di puntate di Grey's Anatomy riesce a tenere la mia mente lucida!
Continuo a chiedermi come sia possibile che io sia così stanca, da poche settimane le mie ore di lavoro sono state drasticamente ridotte e dovrei essere meno stanca, ma dimentico che il lavoro vero, quello non remunerato economicamente, mi aspetta una volta che arrivo a casa: è il lavoro di mamma, il lavoro che solo il cuore può remunerare, con tanto amore.
E ora, è giunto il momento di coricarmi, col cuore colmo.

domenica 8 marzo 2015

Patrimonio dell'umanità

Nel momento in cui in una casa arriva un figlio, gli spazi vengono rivisti, tutti!
La camera-ripostiglio diventa la cameretta, le nostre camere da letto diventano una seconda cameretta, i nostri armadi diventano costipati di abiti e abitini, coperte, piumini e copertine, sacchi copripiumino e set di lenzuolini per lettini e culle, il nostro bagno prima tutto in ordine diventa contenitore di vasche, fasciatoi, saponi e pettinini, dal mobile soggiorno piano piano scompaiono tutti i soprammobili, attorno al tavolo scompaiono sedie per lasciar spazio ai seggioloni ... Ma la cucina, la cucina viene completamente spogliata di tutto, robot da cucina, tostapane, tritatutto, vasi pieni di cibo, portaspezie, bottiglie preziose, vasi .... tutto spazzato via, messo in scatoloni e dimenticati da Dio. Al loro posto arriva il mondo baby: sterilizzatori, scaldabiberon, vasetti con tappo, cuocipappa, disinfettanti, bavaglini, biberon di ogni misura, ciucci, termos per latte e termos per pappe, contenitori termici ... E tanto tanto tanto altro ancora!
Dove prima ci stava un lampadario particolare, adesso ci sta una pila di scatole di giocattoli, dove prima mettevi un vaso con una pianta, adesso c'è un ammasso di fogli colorati, dove prima c'era una sorta di strana scultura (a quanto pare un po' ricercata), ora ci trovi la collezione di cavalli di gomma colorata ....
Ma poi, poi arriva il momento in cui tutto ciò gradualmente non serve più, perché i figli lentamente crescono, non bevono più dal biberon, non devi più sterilizzare ad ogni poppata, non devi più portarti in giro pappe e pappine ..... E dove finisce tutto questo? Bella domanda ... Prendi tutto, metti in uno scatolone e aspetti di avere un'illuminazione. Nel frattempo piano piano ricominci ad appropriarti di piccoli spazi in cucina (nel resto della casa,no!) ritiri fuori il robot, il tostapane, il portaspezie, insomma ... Piano piano la cucina torna come prima, o quasi, perché avrai sempre una macchinina di fianco alla bilancia, un fischietto in mezzo ai biscotti, una serie di elastici e mollette vicino al cesto della frutta, e tanto altro ancora. E tu continui a mettere via. Fino a che non ti trovi la cantina e il garage pieni zeppi di scatoloni che contengono negozi interi di articoli per l'infanzia. Articoli tra l'altro praticamente nuovi, perché tutti sanno che si spendono pazzie per comprare di tutto, usarlo qualche settimana, massimo qualche mese e capire che non ti è più necessario. 
Decidi quindi di provare a liberartene, provi a vedere se qualcosa riesci a vendere. Ti inserisci allora nel mondo dei mercatini on line. Apoteosi! Parti dai mercatini legati ai social network, mercatini locali per intenderci, dove alcuni amministratori pensano di essere sceriffi del Far West e credono di ristabilire l'ordine nell'intera galassia, creando regole che nemmeno ad Alcatraz esistevano, e facendo rispettare le più ferree regole anche alle 3 del mattino, e approdi nei mercatini a livello nazionale, dove non ci sono tutte quelle ferree regole ma sembra che tutto giri regolarmente e ci si comporti in maniera umana e corretta.
È così quindi che abbiamo iniziato a vendere qualche pezzo, e ogni volta che accade, è un nodo alla gola, ogni volta che vedo una ragazza prendere tra le mani un sacco termico, un primi passi, pagare e andarsene con quello che per anni ho visto in casa mia e tra le mani dei miei figli, sto male. Dicono che bisogna disfarsi delle cose vecchie, ma questi sono pezzi di vita dei miei figli.
Quando l'altro giorno sono state spedite le "apine" che per anni hanno girato sopra alle teste dei miei figli, bè lì sono crollata, e ho pianto. Quelle apine che per mesi hanno suonato sopra a quella testa dura di mio figlio per farlo addormentare, quegli animaletti che venivano fissati mentre giravano, dagli occhioni di mia figlia sorridente ... A questo punto non mi resta che sperare che la stessa gioia la regaleranno a una nuova famiglia!
Saranno ancora tante le cose che proveremo a vendere, saranno ancora tanti i magoni, ma una cosa è certa, che alcuni capolavori non si toccheranno, mai, perché questi sono e saranno per sempre patrimonio dell'umanità ... La mia, di mamma e di donna!
Buona festa della donna a tutte!


mercoledì 4 marzo 2015

Storia di un'ordinaria giornata di pendolare

Da poco più di un mese sono tornata ad essere una pendolare.
Ogni giorno mi reco alla stazione per prendere un treno che mi porti al lavoro e uno che mi riporti a casa.
Da quando è successo, mi sono resa conto di quanto le stazioni ma soprattutto i treni, siamo ambienti di perdizione totale!
Partendo dal tragitto verso la stazione, ti puoi incontrare un ragazzo di dubbia età, vestito completamente di bianco con papalina in testa, che vaga con una bicicletta "sulla spalla" e si guarda attorno stranito; ti viene subito da pensare che la bici sia rubata e che il tizietto sia completamente pazzo, quando invece magari appartiene a qualche gruppo religioso e ha la bici bloccata e non ha altro modo per portarsela a casa.
Parcheggi la macchina alla meno peggio, ti incammini e trovi, lì su un lato, un camioncino con un signore straniero che cucina piadina e salsiccia, un odore nauseante proviene dall'interno e qualche ragazzo si azzarda a cibarsi.
Ti avvicini alla stazione, devi attraversare una strada che all'ora di punta è percorsa da un miliardo di tram, ti fermi, aspetti che arrivi un bus per farlo passare e ti accorgi che l'autista ti fissa e sta aspettando di incrociare il tuo sguardo .. Appena succede ti fa un mezzo cenno con la testa per farti capire che se nel giro di zero virgola secondi non attraversi, ti elimina dalla faccia della terra!
Dopo l'attraversamento, con un attimo di terrore addosso, ti becchi la scena miele della giornata, dove una coppia di giovanissimi morosini si salutano esibendo mezzo metro di lingua.
Entri in stazione e visto che sei in anticipo, ti fermi ad osservare cosa contengono i distributori automatici 2.0 .... In pratica puoi fare a meno di andare in un ipermercato: caricabatterie portatili, cover, dentifrici con spazzolini, confezioni di Lego di svariate misure, biscotti, preservativi, bibite, patatine, peluche eccetera.
Stai ancora pensando a quante cose puoi dimenticarti a casa che tanto sei in una botte di ferro, quando inizi ad osservare la gente che ti passa davanti: ci sono soggetti di ogni tipo, dal gruppo di ragazzini con una benda in testa, al tizio attempato che ha sulle spalle un antico zainetto Invicta. Ti becchi un gruppo di ragazzine con la loro prof che cercano di far capire alla gentil donna che per andare a Cattolica devono prendere il treno in partenza per Ancona, non quello in arrivo da Ancona (oh prof ... È ora di andare in pensione, suvvia!!!!), e ti becchi un padre premuroso che accompagna la "figlioletta" ormai più grande di lui e la bacia ai piedi dei gradini che portano al binario.
Ma poi deve ancora arrivare il treno, e be ... Una volta che sali sul treno, una volta che ti siedi, a caso, vicino a qualcuno, entri in contatto con l'intimo di questa persona. Capisci come respira, come si soffia il naso, come mastica la gomma, quale tono di voce usa al telefono .... E come dorme!!! Ti becchi dei tizi che quando dormono scattano e a momenti ti prendi un cartone sul muso, quelli che ciondolano con la testa e quelli che russano!
Una volta che scendi dal treno, potrebbe non essere ancora finita, e puoi trovarti una tizia in totale disadattamento sociale che non si regge in piedi e che cammina a zigzag.
Cerchi di lasciarti tutto alle spalle e iniziare ad avvicinarti alla sede di lavoro ... Quando in un angolino ti trovi un piccolo cumulo di scarpe, abbandonate e decisamente non all'ultimo grido ....
Mi arrendo, per oggi ho dato tutto!

domenica 1 marzo 2015

Mani calde

Oggi finalmente siamo riusciti a festeggiare il compleanno di Adele, dopo un rinvio causa febbre feroce, oggi ci siamo riusciti.
La location era la sala di una fondazione Onlus e questa struttura ospita anche un centro residenziale per persone più o meno anziane con problemi mentali, ma non gravi. Una delle incaricate mi aveva avvertita, qualcuna potrebbe filarsela e scappare, entrare da voi e chiedervi del cibo, voi non dovete dare nulla da mangiare! La regola è tassativa! ..... Ma non dovrebbe capitare .... Termina la signora ...
Ecco che oggi mentre sistemiamo tutto per l'inizio della festa, mia sorella mi dice "Vale c'è una signora", mi giro e vedo un fulmine con le sembianze di donna che si precipita sulla tavola già imbandita di cibo! Agguanta una manciata di patatine e le divora voracemente per poi subito passare a una pizzetta. Le ultime parole famose ... "Non dovrebbe capitare" ....
La prendo con calma e gentilezza e la accompagno "a casa sua" .... La riporto nella sala dal suo responsabile che le urla, ma in maniera decisamente dolce "Nadia, ti fa male! Lo sai che non lo devi fare!". Saluto, sorrido ed esco.
La festa si è svolta nel migliore dei modi, i bimbi si sono divertiti, e i genitori hanno chiacchierato tra loro. Abbiamo cantato "Tanti auguri" alla Dede e abbiamo scartato i regali.
Ma alla fine della festa, alla fine della festa sono andata a rendere le chiavi al referente della struttura ed entrando nella sede residenziale sono stata accolta da una signora che con il deambulatore mi è venuta incontro chiedendomi "Avete messo a posto? Vi siete divertiti?"
Poi subito un'altra che mi chiede "Avete visto come siamo state brave che non siamo più venute? Tu come ti chiami?" 
"Ciao, io mi chiamo Loretta, hai visto che mi sono comprata gli occhiali nuovi? Adesso mi compro anche le ciabatte nuove. Come ti chiami?"
Rispondo, faccio battute, rido con loro, mi comporto come mi comporto con i miei figli e i loro amichetti.
Inizio a salutarle tutte per tornare alla macchina e avviarmi quando vedo una vecchina che sbuca dal nulla, mi prende le mani e me le stringe, mi sorride e non dice nulla. Mi sta parlando con il suo sguardo sereno e il suo sorriso. Continua a non parlare ma a stringermi la mia mano con le sue e le sue mani sono morbide e caldissime. Io le sorrido e facendole una carezza sulla spalla le auguro la buona notte.
Prima di uscire dalla porta il responsabile mi dice "Noi alle 16 facciamo merenda con un te caldo, se ogni tanto vuoi venire a farci un saluto ci fa piacere, molto piacere."
Esco con il cuore caldo, con il sorriso sulle labbra e con il pensiero che mi piacerebbe poter donare un po' di gioia e calore a queste persone, sempre tanto bisognose di sorrisi e carezze ed affetto.

Happy Family

Ieri pomeriggio mi sono armata di pazienza (e coraggio) e da sola ho portato i bimbi a Happy Family, manifestazione che si svolge alla Fiera di Forli. Sono situazioni abbastanza caotiche, un momento hai tuo figlio sotto il naso, dopo zero virgola due secondi non c'è più e te lo trovi a distanza di centinaia di metri. Quando sono in questi posti così affollati, attacco il radar e mi sembro più una robot che una mamma. Mi viene in mente Schwarzenegger in Robocop quando doveva puntare qualcosa con lo sguardo ... Ecco, io mi sento esattamente così! In queste occasioni sono abituata a vestire i bimbi con colori sgargianti, faccio molto prima a vedere una maglia rossa che non quella nera ... Così oggi, Gabriele è in rosso e Adele in fucsia. Una mia amica due anni fa scrisse il suo numero di telefono nel braccio di sua figlia, agli altoparlanti si sentono annunci tipo "Nicola, di 3 anni, ha perso i genitori e li sta aspettando al banco informazioni". Insomma ... Diciamo che non è come portare i propri figli su una collina e smollarli per i verdi prati, però è divertente e si decide di andare. 
Prendo il passeggino di Adele alla maniera di carrello della spesa, mi sento un po' disagiata con tutti questi giubbotti sopra alle ruotine, ma mi basta guardarmi in giro e sentirmi assolutamente a mio agio. Vedo infatti mamme con passeggini pieni di: palloncini di svariate dimensioni e colori, buste di carta o di plastica appese ai manubri, cestini di creta in fase di asciugamento che vengono sorretti da scatole di giochi comprati a buon prezzo, bottigliette di acqua e resti di cibo nel contenitore di plastica dato dalle cuoche degli asili, cartoncini con stampe bianche, burattini di gommapiuma .... E magari mentre la mamma guida questi aggeggi, che non sono più passeggini, si sbaffa la zucchero filato o la crêpes alla cioccolata! Bè diciamo che noi siamo stati più moderati e oltre a giubbotti, sciarpe e felpe, avevamo ben poco. 
Ma c'è un grandissimo problema in questi posti, per quanto mi riguarda, e chi mi conosce lo sa: tutti questi maledetti palloncini!!!!! Ho la fobia di questi oggetti, sono tutti pronti a scoppiare, come una vera bomba saprebbe fare! Anzi, alcuni quando esplodono, perché è una vera e propria esplosione, fanno dei boati che anche il migliore ordigno impallidirebbe a confronto! E io sono li, nel bel mezzo di questa guerra di plastica colorata! Ieri un bambino piangeva a dirotto perché il palloncino gli era esploso vicino al collo e gli aveva fatto la mossa tipo elastico scoppiando ... Lo sapevo, sono delle vere e proprie armi!! Maledetti palloncini! Però forse potrebbe essere la giusta cura, dopo due ore già stavo meglio e sentirli scoppiare mi faceva meno paura! Fatto sta che quello che hanno regalato alla Dede si è sgonfiato e io ero la mamma più felice del mondo in quel momento. Che madre crudele! Lei era disperata, le ho promesso che lo avrei rigonfiato a casa (io????????) ma il cadavere del palloncino giace ancora qui per terra, ad ora.
È ora di tornare verso casa ma davanti all'uscita succede l'incredibile, l'inaccettabile. Arriva un padre col figlio e davanti allo stand della Lego grida al figlio "Lorenzo!!!! Guarda che mostro!!!!" ..... Mi giro e guardo di cosa si tratta .... Darth Vader fatto interamente di Lego neri, troneggia all'ingresso dello stand!
Chiedo alla Corte Suprema che questo padre venga giudicato per aver chiamato "Lui", mostro!!!!