mercoledì 4 marzo 2015

Storia di un'ordinaria giornata di pendolare

Da poco più di un mese sono tornata ad essere una pendolare.
Ogni giorno mi reco alla stazione per prendere un treno che mi porti al lavoro e uno che mi riporti a casa.
Da quando è successo, mi sono resa conto di quanto le stazioni ma soprattutto i treni, siamo ambienti di perdizione totale!
Partendo dal tragitto verso la stazione, ti puoi incontrare un ragazzo di dubbia età, vestito completamente di bianco con papalina in testa, che vaga con una bicicletta "sulla spalla" e si guarda attorno stranito; ti viene subito da pensare che la bici sia rubata e che il tizietto sia completamente pazzo, quando invece magari appartiene a qualche gruppo religioso e ha la bici bloccata e non ha altro modo per portarsela a casa.
Parcheggi la macchina alla meno peggio, ti incammini e trovi, lì su un lato, un camioncino con un signore straniero che cucina piadina e salsiccia, un odore nauseante proviene dall'interno e qualche ragazzo si azzarda a cibarsi.
Ti avvicini alla stazione, devi attraversare una strada che all'ora di punta è percorsa da un miliardo di tram, ti fermi, aspetti che arrivi un bus per farlo passare e ti accorgi che l'autista ti fissa e sta aspettando di incrociare il tuo sguardo .. Appena succede ti fa un mezzo cenno con la testa per farti capire che se nel giro di zero virgola secondi non attraversi, ti elimina dalla faccia della terra!
Dopo l'attraversamento, con un attimo di terrore addosso, ti becchi la scena miele della giornata, dove una coppia di giovanissimi morosini si salutano esibendo mezzo metro di lingua.
Entri in stazione e visto che sei in anticipo, ti fermi ad osservare cosa contengono i distributori automatici 2.0 .... In pratica puoi fare a meno di andare in un ipermercato: caricabatterie portatili, cover, dentifrici con spazzolini, confezioni di Lego di svariate misure, biscotti, preservativi, bibite, patatine, peluche eccetera.
Stai ancora pensando a quante cose puoi dimenticarti a casa che tanto sei in una botte di ferro, quando inizi ad osservare la gente che ti passa davanti: ci sono soggetti di ogni tipo, dal gruppo di ragazzini con una benda in testa, al tizio attempato che ha sulle spalle un antico zainetto Invicta. Ti becchi un gruppo di ragazzine con la loro prof che cercano di far capire alla gentil donna che per andare a Cattolica devono prendere il treno in partenza per Ancona, non quello in arrivo da Ancona (oh prof ... È ora di andare in pensione, suvvia!!!!), e ti becchi un padre premuroso che accompagna la "figlioletta" ormai più grande di lui e la bacia ai piedi dei gradini che portano al binario.
Ma poi deve ancora arrivare il treno, e be ... Una volta che sali sul treno, una volta che ti siedi, a caso, vicino a qualcuno, entri in contatto con l'intimo di questa persona. Capisci come respira, come si soffia il naso, come mastica la gomma, quale tono di voce usa al telefono .... E come dorme!!! Ti becchi dei tizi che quando dormono scattano e a momenti ti prendi un cartone sul muso, quelli che ciondolano con la testa e quelli che russano!
Una volta che scendi dal treno, potrebbe non essere ancora finita, e puoi trovarti una tizia in totale disadattamento sociale che non si regge in piedi e che cammina a zigzag.
Cerchi di lasciarti tutto alle spalle e iniziare ad avvicinarti alla sede di lavoro ... Quando in un angolino ti trovi un piccolo cumulo di scarpe, abbandonate e decisamente non all'ultimo grido ....
Mi arrendo, per oggi ho dato tutto!

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